PIOLI E MOURINHO: DUE TECNICI AI LIMITI DEL RIDICOLO


L’EDITORIALE DI ANTONIO SCADUTO

Le scuse, quando date in modo ingiustificabile, diventano un terreno pericoloso su cui si muovere. Ad ammettere un errore, infatti, si dovrebbe sempre aggiungere una motivazione valida che dimostra la volontà di imparare dagli errori e fare meglio in futuro. Tuttavia, nelle ultime settimane, due allenatori di calcio di fama mondiale, Stefano Pioli del Milan e José Mourinho della Roma, hanno dato delle scuse che non tengono conto di questa importante premessa. Iniziamo con Pioli. Dopo una sconfitta in Champions, il tecnico rossonero ha rilasciato le solite dichiarazioni di circostanza, cercando anche di giustificare il suo operato e quello della squadra. Questo si traduce in una semplice ammissione di colpa senza alcuna spiegazione o analisi approfondita dell'errore commesso. L'assenza di una motivazione valida per l'errore non fa altro che alimentare la frustrazione dei tifosi, lasciandoli a speculare su cosa potrebbe essere andato storto. Per quanto riguarda Mourinho, ormai parliamo sempre della stessa cosa. Un allenatore bravo solo da un punto di vista comunicativo, stop. Non parla mai di calcio, ogni parola che gli esce dalla bocca è una scusa. E le scuse ovviamente sono arrivate subito dopo il pari vergognoso tra Servette e Roma (girone che i giallorossi dovevano vincere a occhi chiusi). Tecnico ai limiti del ridicolo, e ci chiediamo tutti come la società giallorossa non prenda una seria posizione.





Il calcio è uno sport basato sulle decisioni prese in campo e fuori dal campo e gli allenatori sono i principali responsabili di queste decisioni. È importante che essi si assumano la responsabilità del loro operato, dandosi la possibilità di analizzare criticamente gli errori commessi e capire come evitarli in futuro. Solo attraverso queste scuse motivatrici e costruttive si potrà costruire un clima di fiducia e crescita all'interno della squadra. In conclusione, le scuse ingiustificate di Pioli e Mourinho hanno dimostrato una mancanza di responsabilità e di consapevolezza della propria posizione. Questi allenatori dovrebbero essere degli esempi da seguire per i loro giocatori e i tifosi, anziché alimentare frustrazione e insoddisfazione. È necessario che essi riflettano sulle proprie azioni e imparino a chiedere scusa in modo adeguato, fornendo spiegazioni valide e dimostrando un impegno concreto nel miglioramento. Solo così potranno ricostruire la fiducia e il rispetto che meritano.


Scritto da Antonio Scaduto

Articolo pubblicato 30.11.2023 | 08:30

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